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Discussione: European Open Powerlifting Championships 2014

  1. #16
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    Anche perchè al di là del piazzamento, che in competizioni internazionali può trarre in inganno visto il livello spaventoso dei partecipanti, tutti i nostri atleti hanno wilks che vanno dai 450 in su, se non addirittura superiori ai 500... non so se mi spiego
    Ognuno di noi custodisce il talento che gli occorre per cambiare il proprio destino

  2. #17
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    Tony , se ricordo bene tempo addietro mi raccontasti un aneddoto , un tuo maestro ( non ricordo il nome o forse si ) mi sembra che affermasse, che sono i numeri che contano... e se non ci sono i numeri... si rimane in palestra .. non si scende in pedana .
    Ricordo male ?

  3. #18
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    L'eterna diatriba sui numeri e sulle pedane

    Senza voler entrare nel merito del pensiero di Tony (che ovviamente non conosco), secondo me stai facendo confusione tra numeri in senso assoluto e selezione all'interno di una squadra.

    Una squadra che ha, in una data categoria, diversi atleti, selezionerà i più performanti per farli partecipare ad una competizione, come avviene anche nel discorso europei.

    Ma se gli atleti sono "quelli", che si fa? Si sta tutti in palestra perchè gli altri son più forti? Il nostro sport, già di per sè ridotto come numeri, si ridurrebbe a 3 partecipanti per categoria

    Quello che manca al nostro sport, almeno in campo nazionale, è un sistema territoriale di gare di qualificazione che permetta di scremare un pò il numero di presenze al campionato italiano, che sovente è eccessivo (nella categoria -83 ad esempio c'erano 3 gruppi). Io stesso ad esempio, coi miei numeri, non dovrei stare in un campionato italiano, ma fermarmi in una qualificazione territoriale (regionale oppure - se mancano i numeri - sovra regionale, es. Nord-Italia).

    Quello che bisogna incentivare, invece, è la partecipazione dei ragazzi alle qualificazioni, che però vanno organizzate ergo molto probabilmente bisognerà potenziare la struttura della federazione, che probabilmente è già stracarica di lavoro così e non penso abbia le risorse di tempo e di uomini per fronteggiare l'impegno di organizzare gare di qualificazione.

    Ho sentito voci di corridoio che parlano di istituire dei wilks minimi di partecipazione agli italiani per evitare di organizzare delle gare di qualificazione, anche se per me sarebbe, in ottica di numeri, una specie di auto-castrazione, perchè sono dell'idea che il modello Fipe (anche se inizialmente più in piccolo) sia quello da perseguire
    Ultima modifica di Tetsujin; 14-05-2014 alle 10:13 AM
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  4. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da novellin0 Visualizza Messaggio
    Tony , se ricordo bene tempo addietro mi raccontasti un aneddoto , un tuo maestro ( non ricordo il nome o forse si ) mi sembra che affermasse, che sono i numeri che contano... e se non ci sono i numeri... si rimane in palestra .. non si scende in pedana .
    Ricordo male ?

    Mi sembra ovvio, se non ci sono i numeri non si vince, non ci si qualifica e dunque non si ha diritto ad una convocazione, però sinceramente non capisco a chi ti riferisci.

    I "numeri" sono relativi al paese partecipante ed alla competizione che si ha in obiettivo e, in questo senso, tutti gli azzurri avevano alle spalle titoli italiani, esperienza internazionale e podi o vittorie o..."numeri" in competizioni internazionali che giustificassero l'accesso agli Europei open (attenzione: a parteciparvi non necessariamente a lottare per vincere).
    A memoria, posso dirti che il solo Carniel non vantava, per ovvi motivi anagrafici , un podio internazionale ma aveva partecipato agli Europei Juniores dello scorso anno difendendosi molto bene e, mi pare, che il risultato ottenuto (è il 2° in categoria tra quelli del I anno senior) ed i chili sollevati giustifichino ampiamente la sua partecipazione.

    Se poi si pretende di stilare un criterio oggettivo mondiale per il quale se non ti classifichi tra i primi 3 non avresti dovuto partecipare, beh...in tal senso i numeri non li ha nessuno ma morirebbe altresì qualsiasi attività sportiva, anche le più seguite e spettacolari
    Al prossimo campionato mondiale di calcio qualcuno si classificherà oltre il 20° posto, al Giro d'Italia qualcuno arriva sempre nel gruppone o nelle retrovie, prima di una sfida Ali-Frazier qualche altro pugile aveva perso, al Roland Garros di tennis o a Wimbledon qualcuno uscirà al primo turno, però in tutti i casi citati........ fino là devi pur sempre saperci arrivare!
    Noi nel pl non siamo il Brasile del calcio - questo è noto - ma mi pare che i risultati dei nostri rappresentanti, rapportati non solo al livello nazionale dove primeggiano ma pure al livello internazionale dove si sono distinti, giustifichino ampiamente la loro partecipazione, salvo desiderare una competizione europea o mondiale dove, a cascata con detto criterio, siano presenti solo 2 o 3 atleti per categoria.
    E' così in tutti gli sport, altrimenti non esisterebbe la nazionale del Lussemburgo o degli USA nel gioco del calcio, dove abbiamo spesso primeggiato e, al contrario, non dovremmo partecipare al "7 nazioni" di rugby perchè... arriviamo ultimi e ci battono le altre 6.....già, ma non dimentichiamoci le decine di paesi neppure invitati.
    Essere 6°, 7°, 9° ad un europeo open (non master, junior, ecc.) è un onore, tanto più se rapportato alla indubbia qualità tecnica, alla larga diffusione del powerlifting ed a tante altre condizioni che concernono i principali paesi che vi partecipano ed i loro esponenti.

    L'importante senza dubbio è che il curriculum di un atleta, all'interno del proprio paese e nel successivo percorso internazionale intrapreso, giustifichi la scelta operata nei suoi confronti per la partecipazione ad un contest del genere: detta valutazione si misura in titoli, tonnellaggio, curriculum, raffronti con avversari interni ed altre situazioni concernenti pure la qualità della persona; poi sarà lui ed il suo coach a fare le opportune considerazioni che possono variare da un anno all'altro o in base agli impegni assunti, agli sforzi fisici e - perchè no - economici purtroppo richiesti.

    Proprio per questo le convocazioni della nostra nazionale sono limitate e selettive e non coprono affatto i posti disponibili che il regolamento IPF/EPF concederebbe. In tal senso, mi sembra che tutti i convocati - che peraltro, tranne in un caso, hanno lasciato alle loro spalle atleti di altre nazioni, nonostante il lotto ristretto che non valicava i 10 atleti in ciascuna categoria - avessero ampiamente i numeri in termini di risultati pregressi pure di livello internazionale.
    Tuttavia, siccome non mi piace nascondermi nella genericità, tanto meno giocare sulle allusioni e - d'altronde - potrei sempre cadere in errore, se sussiste qualche dubbio riguardo a qualche caso specifico, in qualità di consigliere federale e come persona pragmatica mi sento parzialmente coinvolto (poichè il Consiglio federale ha approvato all'unanimità le candidature proposte) e sono pronto a discuterlo e, eventualmente, a fornire argomenti a supporto.
    Ultima modifica di Tonymusante; 14-05-2014 alle 10:35 AM
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

  5. #20
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    Tony , 100 ( quando dice bene, perchè siamo quasi a 150 ,) kg di scarto sono enormi.. senza se e senza ma, credo che aldilà di ogni ragionevole dubbio...manchi il senso della misura.
    E per quanto riguarda l'età... 2 anni di differenza.

  6. #21
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    io continuo a non capire dove vuoi andare a parare...
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  7. #22
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    Non devo parare nulla , ho letto i numeri ed ho scritto che manca il senso della misura , Pisasale ha i numeri , gli altri no.

  8. #23
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    si ma quindi cosa si dovrebbe fare secondo te? mandiamo solo Pisasale? qual è il criterio per cui Pisasale si e gli altri no? il fatto che resta entro i 100 kg di divario dal primo? quella per te dovrebbe essere l'unica discriminante?

    non voglio fare polemica eh, sto solamente cercando di capire da un punto di vista pratico cosa intendi
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  9. #24
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    Tony , 100 ( quando dice bene, perchè siamo quasi a 150 ,) kg di scarto sono enormi.. senza se e senza ma, credo che aldilà di ogni ragionevole dubbio...manchi il senso della misura.
    E per quanto riguarda l'età... 2 anni di differenza.
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    Non devo parare nulla , ho letto i numeri ed ho scritto che manca il senso della misura , Pisasale ha i numeri , gli altri no.



    beh Vincenzo, diciamo che hai un concetto di valutazione sportiva molto poco....sportiva e, comunque, aliena dalla cultura sportiva di tutti gli sport del mondo.
    In nessuna disciplina si misura in negativo il livello e la legittimità della qualificazione di un atleta ad una competizione, cioè partendo dall'eventuale distacco che subirà dal primo ma semmai da cosa ha conquistato, che posizione occupa nello stadio precedente, chi ha battuto e quali gradini di qualificazione ha superato.
    Non si misura la partecipazione di un velocista alle Olimpiadi sulla scorta dei secondi che prenderà da Bolt ma in base a come si è classificato nel proprio paese ed a quali altre esperienze ha vissuto per ambire alle Olimpiadi.
    Il mio prof. di Educazione Fisica alle medie, Maurizio Milanetto, partecipò alle Olimpiadi di Montreal '76 nella Ginnastica Artistica, classificandosi al 26° posto e ne era orgoglioso (si ritirò dopo questa esperienza): magari avessi potuto qualificarmi io ai Giochi Olimpici ed essere sconfitto da 25 atleti!
    A quanti punti dalla Juventus si sono classificati Chievo, Sassuolo, Bologna, Catania e Livorno nella serie A di calcio? Che facciamo, retrocediamo Chievo e Sassuolo per indegnità di confronto con la Juve e se l'anno prossimo le altre ritornano in A non le ammettiamo, perché tanto con le prime non ci sarà mai storia?
    Ci basiamo sulla trafila di promozioni e premiamo giustamente chi vince la serie B, come legittima qualificazione per la serie maggiore oppure facciamo un bel triangolare tra Juventus, Roma e Napoli - tutto in 2 domeniche - perché tanto le altre non possono competere?

    Solo Pisasale è all'altezza e Signani demerita? Però, a ben vedere, Signani è 7° in una forbice di 12kg. tra il 5° e l'8° (chili che come immaginerai possono variare da una gara all'altra); allora, per non sperequare, escludiamoli tutti ed ammettiamone solo 4, così Pisasale è ultimo e, a quel punto, non è più all'altezza neppure lui.
    Carniel con quasi 800kg. a 24 anni non meritava la convocazione? quindi neppure Sanasi lo scorso anno avendo totalizzato meno di lui; mi accorgo però che un notevole distacco, quale quello biasimato poiché nell'ordine del quintale, si verifica a partire dalla prima posizione già rispetto al 4° ed al 5°classificato; quindi, in quest'ottica, l'europeo -83kg. avrebbe senso solo nel solito confronto a 3.
    Se così fosse, si potrebbe chiosare: "bella forza, in questo che definiscono Campionato partecipano solo 3 persone a categoria" ed alla fine pensi che ragionando in tal modo, in qualunque contesto o disciplina, si riuscirebbe mai a disputare un qualsivoglia evento sportivo?
    Se non è all'altezza di rappresentare l'Italia chi fa 300 di squat e 200 di panca a 80bw o chi, aldilà dei risultati in Italia, ha già vinto la WEC e conquistato podi proprio agli Europei (in questa situazione sono praticamente tutti i nostri moschettieri: da Peti a Rodina e Salemme, da Pisasale a Signani, da Puddu a Pellizza ed ad altri che non hanno partecipato in questa occasione), trasferendo il concetto in diversi ambiti, conviene eliminare qualsiasi match, partita, incontro o campionato di qualunque sport che preveda una partecipazione congrua, massiccia o sostenuta e lasciare tutto a qualche sfida da cortile, da scantinato o da piazza di paese in stile ottocentesco.
    Forse, così facendo, chi non solleva, non corre, non sa giocare, non è veloce ne resistente ne forte, non salta e non nuota si potrebbe sentire sullo stesso livello di chi lo sa fare molto meglio e si ritaglierebbe una facile consolazione; perché, in fin dei conti, se la cintura nera di judo o il vincitore di un titolo italiano o il centrocampista di serie A o il mezzofondista di ottimo livello non vanno in Nazionale, ai Mondiali o alle Olimpiadi...... allora, per un certo ed involuto sillogismo, stanno quasi alla pari con me: anche io non ci vado!

    Per fortuna - dico io ma purtroppo dirai tu ed il mondo è bello in quanto vario - le selezioni delle rappresentative nazionali e la composizione dei Campionati di tutte le discipline olimpiche (non certo del powerlifting che vi si adegua) non sono previste secondo questi criteri, altrimenti chi è appassionato dello sport agonistico non avrebbe più occasione di assistere ad un bel nulla, ne per le primissime posizioni e ne per quelle di immediato rincalzo o di centro o bassa classifica.

    A proposito di classifica.
    Per la cronaca, a questi Europei partecipavano 21 Rappresentative nazionali maschili e l'Italia, grazie alla misera partecipazione dei suoi 4 alfieri rimasti in gara (e dunque senza poter contare sull'argento della Peti che insieme a Salemme e Rodina faceva classifica femminile a parte) si è piazzata al 10° posto; senza Carniel sarebbe stata raggiunta dal Belgio, mentre con un Pellizza in gara, sia pure ultimo, avrebbe superato la Gran Bretagna.
    Considerando che non abbiamo schierato tutti gli uomini che il regolamento avrebbe concesso, il risultato non mi sembra malvagio eppure, con altro metro di giudizio e volendo escludere in futuro la nostra partecipazione per "mancanza di senso della misura e di numeri" potremmo fare altrettanto con tutte le nazionali che hanno terminato appaiate o dietro di noi ed eliminare, nel contempo, Gran Bretagna, Belgio, Danimarca, Austria, Lituania, Slovacchia, Estonia, Rep. Ceca (!) Svezia, Romania, Olanda, Islanda... più che dimezzando il Campionato a sole 8 partecipanti....per poi scoprire però che c'è troppo divario tra la Germania a 28 punti (che a questo punto risulterebbe in bassa classifica, senza la giustificazione delle nazionali alle sue spalle) e la solita Russia, così da diminuire ulteriormente - per manifesta superiorità - il lotto dei concorrenti a 4 e risolverlo in un solo economico quadrangolare Russia/Norvegia/Polonia/Ucraina.
    Ultima modifica di Tonymusante; 14-05-2014 alle 11:21 PM
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  10. #25
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    Tony, quindi seguendo questa logica posso partecipare anche io ad un campionato del mondo ?
    Il paragone con le squadre di calcio non regge si sa che tre retrocedono,e una vince , nota bene retrocedono .
    Tu hai partecipato a qualche europeo e mondiale... mi sembra , ti sei mai presentato senza nutrire ambizioni reali , a prescindere dal risultato finale ? Anche nell'ultimo mondiale a cui hai partecipato, a prescindere dalle disavventure logistiche che poi hanno influito, miravi al podio...se avessi avuto un gap di 30 kg dal possibile podio , ti saresti presentato ?
    Io sostengo.. che se non si hanno i numeri... meglio non andare all'estero... non è partecipare, è farsi umiliare .
    Tuttavia W l'autorefenzialità .

  11. #26
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    Caro Vincenzo,
    vedo che ti stai fossilizzando su di una delle tante polemiche pretestuose contro non si sa bene chi, nonostante ti abbia fatto decine di esempi oggettivi basati su tutte le discipline dell'orbe terracqueo e dunque, poichè mi baso su fatti e numeri e non su simpatie e antipatie verso qualcuno o su livori personali verso ciò che non ho fatto e non riesco a raggiungere (e sono tantissimi i traguardi che non ho raggiunto, molto più di quelli conseguiti ma cionondimeno non invidio nessuno, tanto meno in ottica di amore per lo sport), ti risponderò punto per punto.


    Citazione Originariamente Scritto da novellin0 Visualizza Messaggio
    Tony, quindi seguendo questa logica posso partecipare anche io ad un campionato del mondo ?


    Certo Vincenzo, tu come chiunque altro purché.....superi le stesse procedure di selezione e qualificazione che hanno superato (con poche parole e molti fatti) coloro che vi hanno partecipato finora, ossia: ti presenti in pedana sia agli Assoluti che Coppa Italia, vincendo o giungendo 2° almeno in una delle due manifestazioni e raccogliendo un totale di wilks da poterti considerare ai primi due posti in Italia per categoria di peso a prescindere dall'età, poi prendi parte ad una competizione internazionale prodromica, quale ad es. la WEC, raggiungendo perlomeno il podio e mantieni questo livello per un paio d'anni; nel caso tu - più verosimilmente - ti accontenti di un'Europeo o un Mondiale master, ne hai diritto sempre che partecipi alle due gare nazionali complete anzidette, risultando il miglior master della tua categoria di peso o uno dei due migliori, per punteggio complessivo in entrambe, purché nell'ambito wilks del totale dei master convocabili ad un singolo Campionato.
    Non si fanno discriminazioni verso nessuno di coloro che scendono in pedana ma non saranno presi in considerazione, come criterio oggettivo di qualificazione, massimali negli scantinati, disquisizioni su Smolov o ragionamenti capziosi sui fora.


    Il paragone con le squadre di calcio non regge si sa che tre retrocedono,e una vince , nota bene retrocedono .


    Infatti il paragone è stato molto più ampio e mi pare che regga molto bene...a condizione di seguire il campionato di serie A.
    Chievo e Sassuolo - che ho citato nell'esempio - non sono retrocesse (poiché ne retrocedono solo 3) ma sono arrivate rispettivamente 16^ e 17^, cioè ben oltre le posizioni di Signani e Puddu, con un distacco abissale dalla Juventus (prima classificata) e dalle formazioni immediatamente dietro; eppure nessuno si sogna di non farle partecipare al prossimo Campionato ne di considerarle "umiliate"...sono semplicemente le più forti delle centinaia (migliaia) di squadre delle serie inferiori ancorchè più deboli delle 15 che le precedono e perfettamente legittimate a disputare il prossimo Campinato.
    Per quanto riguarda le squadre retrocesse, al fine di favorire un logico ricambio, esse retrocedono come è costretto, suo malgrado, a "retrocedere" - per la stessa logica di ricambio - qualunque atleta abbia partecipato ad una competizione internazionale a titolo individuale e non l'abbia vinta. Infatti, tutti i nostri rappresentanti a questo Europeo retrocedono a disputare nuovamente le fasi nazionali (come qualsiasi atleta di altro sport prenda parte ad un europeo o ad un mondiale) al fine di dimostrare di aver nuovamente diritto a prendere parte al prossimo Europeo, allo stesso modo come le squadre retrocesse dovranno classificarsi tra le prime 3 del Campionato di B per accedere nuovamente al torneo di A e le squadre nazionali che disputano il prossimo Mondiale dovranno fare altrettanto per le qualificazioni successive (tranne la vincitrice)
    Se i vari Signani, Puddu, Carniel, Pisasale, Pellizza e company saranno superati in Italia si verificherà il ricambio di partecipazione con altri atleti (indipendentemente dall'eventuale distacco che questi subiranno dal fenomeno russo alla competizione cui prenderanno parte), se invece si dovessero confermare ai vertici avranno nuovamente superato i criteri di qualificazione e potranno (non è comunque automatico, per una serie di altri fattori) essere presi in esame per una nuova Selezione.


    Tu hai partecipato a qualche europeo e mondiale... mi sembra , ti sei mai presentato senza nutrire ambizioni reali , a prescindere dal risultato finale ? Anche nell'ultimo mondiale a cui hai partecipato, a prescindere dalle disavventure logistiche che poi hanno influito, miravi al podio...se avessi avuto un gap di 30 kg dal possibile podio , ti saresti presentato ?


    Ti sembrerà strano, ma io in "nomination" avevo quasi quel gap teorico che citi tu.
    Il giapponese che ha vinto era iscritto con 180kg. , Roger Pardo (il francese giunto terzo) era iscritto con i 172.5 della sua ultima vittoria nei -74 e l'olandese risultava con 165, il tutto a fronte dei miei 145 del momento.
    Le situazioni di gara si sono mostrate poi diverse (a dimostrazione proprio che occorre sempre esserci poiché nulkla è definito) ma purtroppo non sono state sufficienti a consentirmi di raggiungere il podio.
    In ogni caso stiamo parlando di mondiali master, a cui ho preso parte in 3 edizioni. Quando ero senior ho partecipato a 3 Mondiali open, classificandomi rispettivamente 11°, 8° e 6°: Ardini l'anno precedente non avrebbe voluto che io partecipassi, poichè ero l'unico italiano e questa si che sarebbe stata un'inutile spesa per la Federazione, riguardo ad arbitri obbligatori e dirigenti accompagnatori.
    Violanti l'anno dopo insistette perché ero il più forte in Italia della mia categoria di peso e partii conscio che il mio obiettivo sarebbe stato partecipare e fare esperienza, onorato di essere ad un Mondiale Assoluto; l'anno dopo volevo piazzarmi tra i primi 10 benché raw contro gli equipped (ma queste sono motivazioni personali che nulla hanno a che vedere con le classifiche) e l'anno successivo volevo migliorarmi ulteriormente.
    Ci sono riuscito ma, come vedi, non ho fatto di più dei nostri ragazzi di oggi nella gara completa ma sono fiero di quel che ho fatto e posso dire di essere stato il più forte panchista ultraleggero italiano per oltre un decennio, dal '94 al 2006, nonostante Isagawa ed i vari nani mi stracciassero ripetutamente all'estero.

    Io sostengo.. che se non si hanno i numeri... meglio non andare all'estero... non è partecipare, è farsi umiliare .
    Tuttavia W l'autorefenzialità
    .

    Essere tra i primi 10 pesisti d'Europa non è un'umiliazione ma un onore; non tutti possono puntare al podio ma ci possono essere diversi traguardi, come puoi leggere nelle motivazioni che mi hanno riguardato.
    E' così in tutti gli sport: nel calcio c'è chi punta a salvarsi ma è più forte di tutte le squadre della serie cadetta, nel ciclismo ci sono i gregari che prendono 1 ora sullo Stelvio ma sono più forti di tutti coloro che non partecipano al Giro d'Italia, nell'Atletica c'è chi punta a realizzare il minimo di qualificazione per disputare gli Italiani all'Olimpico (lo sa bene chi lo ha fatto) pure se nella fase finale sarà tra gli ultimi, ho fatto l'esempio del mio prof che arrivò 26° a Montreal contro russi e rumeni ma intanto le centinaia che fanno ginnastica artistica in palestra alle Olimpiadi non ci sono arrivati.
    Se non si dovesse partecipare oltre la 4^ o 5^ posizione, non si farebbero più le gare in nessuna disciplina, poichè anche i primi non saprebbero contro chi vincere (o giocare) e la loro prestazione perderebbe di valore: che senso ha uno sport in cui arrivi 2° su 3 in tutte le categorie e non per un'eccezione.
    La squadra campione di Albania ha maturato il diritto di partecipare alla Champion League pure se in confronto al Real sono dei dilettanti; punterà ad arrivare al secondo turno anzichè restare al primo come nella storia precedente.
    Se si dovesse giocare solo Real Madrid-Bayern di Monaco-Barcellona...non giocherebbero neppure loro.
    Il cammino di un atleta e di una squadra è fatto di allenamenti, passione, progressi, qualificazioni, risultati progressivi fino alla scoperta dei propri limiti, dando il meglio di se e cercando di raggiungere il gradino più alto di quanto possibile nella disciplina che appassiona.
    Non è umiliante allenarsi, essere tra i più forti del proprio paese, partecipare agli eventi internazionali, contribuire al risultato di una squadra ed al progresso di una disciplina atletica rimettendosi al giudizio di una pedana e di giudici terzi, semmai è umiliante subire ciò con acredine e livore ingiustificato, senza esser parte in causa, verso chi accetta vittorie e sconfitte in prima persona.
    Riguardo poi all'"autoreferenzialità", non so cosa intendi, trattandosi di disciplina basata su numeri e classifiche che sono sotto gli occhi di tutti: ai Campionati partecipano atleti di tutte le squadre (inclusi i miei ovviamente) alla sola condizione che risultati e piazzamenti lo giustifichino e consentano.
    Dunque ancora una volta un sasso lanciato dal terrazzo per un gioco infantile e per vedere chi risulterà colpito, in realtà non fa alcun danno al corpo dell'obiettivo (che non esiste) ma rischia di squalificare parecchio - moralmente intendo - il lanciatore.
    Come al solito, posso essere atleta debole o criticabile ma da persona trasparente quale presumo di essere ribadisco l'invito a tirare fuori nomi di atleti eventualmente ed ingiustamente penalizzati dalle convocazioni di questi anni (e penso che se ci fossero lo segnalerebbero loro stessi) o denunciare l'eventuale mancato rispetto dei requisiti che ho sopra citato nei confronti di atleti convocati senza meriti acquisiti nelle competizioni nazionali e internazionali
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  12. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da novellin0 Visualizza Messaggio
    Tony, quindi seguendo questa logica posso partecipare anche io ad un campionato del mondo ?
    Il paragone con le squadre di calcio non regge si sa che tre retrocedono,e una vince , nota bene retrocedono .
    Tu hai partecipato a qualche europeo e mondiale... mi sembra , ti sei mai presentato senza nutrire ambizioni reali , a prescindere dal risultato finale ? Anche nell'ultimo mondiale a cui hai partecipato, a prescindere dalle disavventure logistiche che poi hanno influito, miravi al podio...se avessi avuto un gap di 30 kg dal possibile podio , ti saresti presentato ?
    Io sostengo.. che se non si hanno i numeri... meglio non andare all'estero... non è partecipare, è farsi umiliare .
    Tuttavia W l'autorefenzialità .
    Novellin0 seguendo questa logica non potresti partecipare a meno che non sei uno di quelli che ha ottenuto ottimi risultati in Italia....
    Partecipi se per il tuo paese lo meriti...non mi sembra difficile da capire.
    Perdere non significa essere umiliato, soprattutto nello sport...la gente viene umiliata in modi completamente differenti.
    Ma poi vuoi mettere? Andare all'estero e confrontarsi con i grandi dello sport che pratichi, poterli vedere dal vivo e sperare un giorno di batterli,parlare e confrontarsi con loro magari....come fai a pensare che non sia un'esperienza che ti forma? Che ti apre gli occhi? Come fai a pensare che non imparerai nulla? Come fai a pensare che una persona possa essere presa in considerazione solo con dei numeri? Per come la vedo io considerare le persone solo per i numeri è aberrante.
    Ultima modifica di Musashi; 15-05-2014 alle 10:52 AM
    Non esiste l’impossibile. Se si è animati da un forte proposito, si può scuotere con il pensiero il mondo intero. Si può fare tutto. Per la sua fragilità, la mancanza di spirito e la paura l’uomo non è determinato. È stato detto che si può muovere l’universo persino senza fatica; beninteso, se ci si concentra unicamente su questo ~ Yamamoto Tsunetomo
    __________________________________________________ __________________________
    Le proteine in polvere sono necessarie?
    http://www.bbhomepage.com/forum/alim...a-comodit.html

  13. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Tonymusante Visualizza Messaggio
    La squadra campione di Albania ha maturato il diritto di partecipare alla Champion League pure se in confronto al Real sono dei dilettanti; punterà ad arrivare al secondo turno anzichè restare al primo come nella storia precedente.
    Tony secondo me dietro questa polemica c'è più che altro la questione tipica di (mancanza di) mentalità sportiva. Non conosco abbastanza l'estero per stabilire se questo fenomeno è tipicamente italiano oppure diffuso anche in altri popoli, tuttavia sappiamo bene che nel calcio l'Italia ha squadre forti da molti decenni, e questo (forse nel tempo) ha portato molti tifosi al disprezzo di tutti coloro che "sono da meno", come - nel tuo esempio - l'Albania.

    Chi si uniforma in questa mentalità, è normale che, quando si trova in un contesto sportivo dove l'Italia è l'equivalente dell'Albania, si senta "umiliato" di fronte al pubblico internazionale.

    Per me quindi la questione è proprio di "forma mentis" e quindi c'è poco da discutere. Un detto dice che "il ladro è il primo ad aver paura di essere derubato". Ecco per analogia io credo che una mentalità anti-sportiva basata sull'umiliare l'avversario più debole, produca al contempo umiliazione quando i deboli siamo noi.
    Ultima modifica di Tetsujin; 15-05-2014 alle 10:55 AM
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  14. #29
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    Tony secondo me dietro questa polemica c'è più che altro la questione tipica di (mancanza di) mentalità sportiva. Non conosco abbastanza l'estero per stabilire se questo fenomeno è tipicamente italiano oppure diffuso anche in altri popoli, tuttavia sappiamo bene che nel calcio l'Italia ha squadre forti da molti decenni, e questo (forse nel tempo) ha portato molti tifosi al disprezzo di tutti coloro che "sono da meno", come - nel tuo esempio - l'Albania.

    Chi si uniforma in questa mentalità, è normale che, quando si trova in un contesto sportivo dove l'Italia è l'equivalente dell'Albania, si senta "umiliato" di fronte al pubblico internazionale.

    Per me quindi la questione è proprio di "forma mentis" e quindi c'è poco da discutere. Un detto dice che "il ladro è il primo ad aver paura di essere derubato". Ecco per analogia io credo che una mentalità anti-sportiva basata sull'umiliare l'avversario più debole, produca al contempo umiliazione quando i deboli siamo noi.
    Allora fortuna che il rugby sta prendendo piede almeno impareremo che essere gli ultimi non è umiliante e che invece tenere testa ad una squadra forte anche senza vincere e partecipare ad un grande campionato è già un ottimo risultato.
    Però è uno spunto interessante quello che hai esposto tets. Nel senso, siamo un paese in cui il calcio predomina in maniera esagerata su tutti gli altri sport e quindi il nostro modo di vedere le cose è quello calcistico, come non darti ragione. Poi probabilmente qui io parlo parlo, ma dentro di me sono un po anche io così e ho quel modo calcistico di vedere lo sport
    Non esiste l’impossibile. Se si è animati da un forte proposito, si può scuotere con il pensiero il mondo intero. Si può fare tutto. Per la sua fragilità, la mancanza di spirito e la paura l’uomo non è determinato. È stato detto che si può muovere l’universo persino senza fatica; beninteso, se ci si concentra unicamente su questo ~ Yamamoto Tsunetomo
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  15. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da Tetsujin Visualizza Messaggio
    Tony secondo me dietro questa polemica c'è più che altro la questione tipica di (mancanza di) mentalità sportiva. Non conosco abbastanza l'estero per stabilire se questo fenomeno è tipicamente italiano oppure diffuso anche in altri popoli, tuttavia sappiamo bene che nel calcio l'Italia ha squadre forti da molti decenni, e questo (forse nel tempo) ha portato molti tifosi al disprezzo di tutti coloro che "sono da meno", come - nel tuo esempio - l'Albania.

    Chi si uniforma in questa mentalità, è normale che, quando si trova in un contesto sportivo dove l'Italia è l'equivalente dell'Albania, si senta "umiliato" di fronte al pubblico internazionale.

    Per me quindi la questione è proprio di "forma mentis" e quindi c'è poco da discutere. Un detto dice che "il ladro è il primo ad aver paura di essere derubato". Ecco per analogia io credo che una mentalità anti-sportiva basata sull'umiliare l'avversario più debole, produca al contempo umiliazione quando i deboli siamo noi.

    Si Luca probabilmente hai ragione e mi affretto a precisare che ho citato l'Albania casualmente, come paese non all'avanguardia nel calcio ma non certo per discriminazioni etniche o politiche.
    In un altro esempio avevo menzionato il Lussemburgo (non posso mica fare sempre gli stessi esempi) anche più debole calcisticamente ma di tutt'altro livello sul piano economico, così almeno non sussistono fraintendimenti.

    Per chi come me ha fatto sport dall'età di 6 anni e agonismo dall'età di 14, divorando libri che andavano dalla teoria dell'allenamento alle biografie di atleti di vari sport, questo concetto è molto caro.
    Lo sport è metafora della vita e l'agonismo non è altro che la contesa in chiave moderna e regolamentata dell'eterna sfida che l'iuomo iniziò contro i fenomeni naturali, le belve e contro altri popoli nomadi nella preistoria, poi con la fatale deviazione verso guerre e conquiste dall'antichità fino ai giorni nostri, transitando per i tornei cavallereschi nel medioevo o la tenzone del duello nei secoli a seguire e ricordando persino la contesa tra capi del branco nel mondo animale.
    La differenza è che la regolamentazione e le convenzioni insite nell'attività sportiva consentono (o dovrebbero consentire) una sfida non bellica ma civile e leale.
    In quest'ottica l'uomo si misura con se stesso - prima ancora che con gli avversari, senza i quali tuttavia non si avrebbe una reale misurazione a parametro della propria forza e del proprio valore - in contesti predeterminati e regolati da norme che diano la possibiltà di stilare classifiche e stabilire primati in ambiti prescelti e consistenti nelle diverse attività atletiche convenzionalmente prese; quando queste ultime poi allargano il proprio fronte fino ad estendersi geograficamente nello spazio, numericamente in quantità, qualitativamente in valori tecnici universalmente riconosciuti e storicamente in un lasso di tempo sufficiente al fine di creare albi, almanacchi e raffronti, esse divengono ufficialmente riconosciute; chiaramente si aggiunge poi, per talune, l'aspetto marketing e busiess che le dilata e stavolge in molti aspetti ma questo purtroppo è un altro problema.

    Il cammino dell'uomo atletico è dunque proprio questo: apprendere la tecnica del gesto che si è scelto, verso cui ci si sente portati e che per contingenza si è avuto occasione di sperimentare, accrescere le qualità fisiche e costruire la condizione atletica necessaria, imparare e saper mettere a frutto le conoscenze tattiche e la strategia che quella disciplina richiede per migliorarsi ed eccellere.
    Tutto ciò si realizza con l'acquisizione nelle scuole sportive (palestre, campi, oratori, stadi ecc) grazie all'opera di allenatori e maestri, si accresce dopo con l'allenamento e l'impegno personale e con il raggiungimento di un grado di maturità e consapevolezza sia come persona/individuo che atletica, si arricchisce inoltre delle vicende di vita sociale e del contributo e confronto di amici, compagni di squadra ed avversari, si completa dunque con la partecipazione alle competizioni che danno la misura del proprio valore, forniscono il responso del campo/pedana/giuria e degli inevitabili numeri, garantiscono infine quell'esperienza pratica imprescindibile.
    A quel punto l'atleta, nei limiti delle sue scelte e situazioni di vita, del momento storico e delle condizioni che lo coinvolgono e riguardano, compie le proprie scelte decidendo innanzi tutto se proseguire, poi che indirizzo e valore dare a quell'attività e - in seguito, dopo anni - che ruolo svolgere eventualmente in essa quando i panni dell'atleta potrebbero essere diventati non più indossabili per motivi anagrafici, fisici, professionali o motivazionali.
    In tutto il tempo che intercorre, l'atleta cerca di dare il meglio di se, di confrontarsi sui palcoscenici più importanti che il suo livello gli consente, di misurarsi nel tentativo costante di progredire e migliorare sotto vari profili.
    Ciò è possibile con l'allenamento rivolto alla competizione (che, raggiunto un certo stadio, equivale all'agonismo), con le competizioni stesse ai vari gradi di qualificazione cui può ambire ed al continuo e leale confronto con i compagni, il coach, gli avversari occasionali e non, finanche con scuole ed atleti di altre discipline sportive in cui potrebbe imbattersi ed utilissime ad ampliare la propria cultura e mentalità sportiva oltre il particolare ristretto della propria specialità.

    Tutto questo però non lo affermo io, poichè altrimenti conterebbe quasi zero, ma la pratica, la disciplina, la didattica e la realtà sportiva di tutte le scuole e federazioni sportive in decenni di sport moderno, eccezion fatta per le devianze ed aberrazioni di tifoserie esaltate, di trasmissioni e pubblicazioni deprecabili e di spettatori estranei di taluni sport diffusi che nulla hanno a che vedere con la concreta, vera pratica atletica e che forse, insieme ad una società realmente malata, contribuiscono a far perdere di vista un ideale sportivo sempre perseguito da coloro che con umiltà e senza interessi lo praticano, permettendo in tal modo e senza eccessivi clamori allo sport di esistere a tutti i livelli.

    Grazie per avermi consentito, con la tua intelligente digressione, questa riflessione non per forza correlata all'argomento precedentemente dibattuto.
    Ultima modifica di Tonymusante; 15-05-2014 alle 11:48 AM
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

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