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Discussione: Metodi e Sistemi applicativi nell'allenamento delle specialità di forza

  1. #76
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    Io ho provato lo Smolov per lo squat, ovviamente non sono riuscito a portarlo a termine, mi ricordo che divenne una cosa supernaturale... per me impossibile.
    Mentre ho testato e concluso con molto beneficio, il mini smolov per la panca, passando da un 110kg senza fermo a 115 con fermo. Pazzesco! i 120 senza fermo andarono benissimo.
    10 kg ( o più)in un ciclo, roba da tatuarsi la scheda sulla schiena!
    Ultima modifica di .:überfranz:.; 01-12-2012 alle 01:55 PM
    Una volta ci si faceva il culo per vivere, ora è la vita a esser presa per il culo! [Heerokeem]

  2. #77
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    Ciao Uber,

    si infatti, come ho scritto, lo Smolov ha un'origine a mio avviso particolare e da contestualizzare, per cui è veramente arduo portarlo a compimento - e comunque ricavarne benefici - se non lo si interpetra come programma di volume, resettandolo ed impostandolo partendo da punti di partenza adeguati al proprio livello ed alle realtà delle specialità per le quali lo si vuole svolgere.
    Per quanto invece riguarda le varie versioni ridotte e modificate oppure applicate alla panca ed altre alzate, pure io l'ho messo in opera più volte su di me (panca) e sui ragazzi che alleno (panca o squat), perlopiù nella versione soft in 2xweek e col ciclo base o, in qualche caso, in 3xweek e - devo riconoscere - con risultati apprezzabili.

    Un saluto
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

  3. #78
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    Ciao Tony, è sempre un piacere!
    potresti postare la versione soft 2xweek? non l'ho mai vista. Quella che feci io era la versione 4x week, molto tosta ma fattibile insomma.
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  4. #79
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    Citazione Originariamente Scritto da .:überfranz:. Visualizza Messaggio
    Ciao Tony, è sempre un piacere!
    potresti postare la versione soft 2xweek? non l'ho mai vista. Quella che feci io era la versione 4x week, molto tosta ma fattibile insomma.

    scusami mi era sfuggita la domanda.

    La varsione soft in 2xweek, come ho specificato nell'articolo, non sarebbe nient'altro che l'estrapolazione del solo "ciclo base", che nel piano originale è previsto nelle settimane 3-5 più la sesta dedicata al test.
    Molti per ragioni di tempo, fattibilità ed altre esigenze effettuano solo quel microciclo, astenendosi da quelli precedenti e successivi ma impostandolo su due sessioni settimanali anzichè su 4; ovviamente, in tal modo, le 12 sedute non termineranno più in 3 settimane ma si spalmeranno su 6.
    In sintesi, lo Smolov edulcorato diventa:
    1^ week) 4x9x70% -------- 5x7x75%,
    2^ week) 7x5x80% -------- 10x3x85%,
    3^ week) 4x9x70% + n --------- 5x7x75% + n,
    4^ week) 7x5x80% + n --------- 10x3x85% + n,
    5^ week) 4x9x70% + ny --------- 5x7x75% + ny,
    6^ week) 7x5x80% + ny --------- 10x3x85% + ny,
    seguono scarico e test oppure un ulteriore periodo di peak di un paio di settimane.

    Ciao

  5. #80
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    Smolov Routine - II parte

    Smolov/Feduleyev ed altri



    Come spesso accade con i programmi congegnati in talune realtà ormai trascorse e storicamente lontane dalla nostra, l’origine e la struttura nonché a maggior ragione le applicazioni, le caratteristiche specifiche, le varianti ed i feedback ad essi relativi restano ammantati di incertezza e precarietà, quando addirittura non sono mistificati e volutamente avvolti nel mistero a scopo commerciale.
    Lo Smolov, come quasi tutti i programmi russi ma lo stesso potrebbe affermarsi di buona parte di quelli occidentali, non fa certo eccezione, tutt’altro, sicchè aggirarsi nei meandri delle effettive realizzazioni, dei carichi sollevati, delle tipologie di esercizio e delle altre peculiarità resta compito arduo, quasi come terminare efficacemente il tanto decantato programma stesso.

    Rimanendo in topic, la prima incertezza è relativa all'autore: abbiamo già detto che quasi tutto ciò che riguarda l’ex impero sovietico ci viene riportato da Tsatsouline (nel settore pesi, ovviamente ) e, comunque, appare difficile stabilire quanto dello Smolov sia proprio...di Smolov e quanto invece dei suoi epigoni e partners; senza peraltro che questo dato pregiudichi, di per se, la bontà di una pianificazione.
    Attribuibile all’autore più famoso dovrebbe essere, con una certa credibilità, il nucleo originario che, non a caso, è quello più noto e più volte messo in opera, sia pur con le opportune modifiche riguardanti il parametro frequenza: da 4 a 3 fino a 2xweek e conseguente aumento delle settimane di svolgimento.
    Stiamo parlando del “blocco” relativo alle settimane da 3^ a 5^ di tutto il planning complessivo, cui seguirebbe la 6^ week con il test al suo interno.

    Prima di addentrarci nel cuore del programma, però, Smolov consiglia un microciclo introduttivo di 2 settimane, il quale a sua volta pare non debba succedere immediatamente al contest con cui è terminato il macrociclo precedente o alla conclusione del medesimo, bensì rappresenti un generico periodo di mantenimento che, pertanto, seguirebbe ad uno scarico completo, forse allo scopo di ritemprare le energie psicofisiche e dare modo all’atleta ed al suo staff di focalizzare gradatamente gli obiettivi, in linea con la formulazione non sempre tempestiva dei calendari agonistici o di altri problemi organizzativi.
    Uso il condizionale perché non è chiaro se ciò venga a tutti gli effetti ravvisata come una necessità o se invece si sia concretamente verificato in passato per ragioni estemporanee ed eminentemente pratiche, che ora vengono tramandate quasi come si trattasse di una scelta strategica.
    Restando in ogni caso al microciclo iniziale dello Smolov (“Introductory microcycle”), esso consiste in 2 settimane volte a svolgere del lavoro propedeutico a quello dei micro successivi, che dovrebbe permettere di entrare in modo progressivo nella mentalità del nuovo sistema - dopo che appunto sia stata presa la decisione definitiva di adottarlo – verificare la condizione atletica al momento dello start del nuovo programma, evitando magari pericolosi massimali e monitorando le risposte ed il gradimento dell’atleta alla nuova scelta allenante, inteso sia in senso fisico che mentale e non solo di volontà espressa.
    Nelle prime versioni del ciclo completo di Smolov si faceva generico riferimento ad esercitazioni volte a stimolare il sistema nervoso più che l’apparato muscolo scheletrico (con del lavoro esplosivo? Propriocettivo?), procrastinando workouts troppo lunghi ed estremamente pesanti; tra questi tipi di esercitazioni l’unico riferimento esplicito era al lavoro pliometrico.
    Non erano tuttavia indicate sets e percentuali precise, quali invece quelle del meso di base, se non un approssimato invito a singole man mano più pesanti, da ruotare nelle sedute, che è poi quanto ho riportato nel post precedente dedicato appunto allo Smolov.

    In seguito, però, alcuni autori si son presi la briga di sviluppare l’attuazione di queste due settimane con alcune esemplificazioni assunte poi a parte integrante dello Smolov.
    Ecco una settimana tipo:
    - 1° sessione: 3x8x65% - 1x5x70% - 2x2x75% - 1x1x80%
    - 2° sessione: 3x8x65% - 1x5x70% - 2x2x75% - 1x1x80/85%
    - 3° sessione: 4x5x70% - 1x3x75% - 2x2x80% - 1x1x90%.

    La seconda settimana si suppone pressoché eguale alla prima; eventualmente, una sessione di parziale scarico durante la 2^week, prima di riprendere le singole alzate nella seconda e terza seduta del microciclo, potrebbe tradursi in:
    1° sess. 2^week: 2x2x80% - 1x3x75% - 1x5x65%.
    La precisazione da porre in risalto sarebbe quella di calcolare le percentuali sulla base di un PR raw risalente a prima del layoff (allenamento di mantenimento post competitivo) e non al massimale corrente ne a quello progettato.
    I lavori complementari abbondano di elementi e particolari inerenti al wl e ad altre preparazioni di strength conditioning: alzate olimpiche, affondi bulgari (bulgarian lunges), tirate, combo, snatch a presa larga e una misteriosa “protyazhka”, che praticamente consisterebbe in uno strappo senza accosciata (il nostro mezzo strappo), cioè una tirata con in più la spinta verso l'alto, cui mancherebbe la portata al petto con interruzione di continuità tipica del movimento di slancio.
    Tutti questi esercizi la dicono lunga su quale dovesse inizialmente essere il vero obiettivo di un programma di Smolov applicato allo squat: il potenziamento dell’accosciata frontale per i pesisti olimpici; non a caso viene talvolta inserito quale esercitazione ausiliaria il back squat, che in una versione pro PL diverrebbe invece la lift principale.
    Altra annotazione importante consiste nel rilevare come, in una delle versioni dove vengono calcolate le percentuali di lavoro enumerate sopra, si ritiene opportuno, probabilmente per far volume, di far seguire all'alzata singola un 3x5 di back squat, perchè più specifico dell’overhead squat, a conferma che fosse proprio quest’ultimo in origine l’ausiliare effettivamente previsto e che la sostituzione venisse dopo operata nelle altre versioni, che si dilungano sulle percentuali di lavoro del micro di sostegno, probabilmente successive e dunque non attribuibili a Smolov.
    Potremmo attenerci alla soluzione operativa del 3x5 per tutte le esercitazioni ausiliarie specifiche e ad un 3x8 per quelle più genericamente complementari.

    La stessa catalogazione delle fasi del programma lascia perplessi, come se rappresentasse la sovrapposizione di più autori in periodi diversi: infatti, le 4 settimane del “ciclo base” e quelle del “ciclo intensivo” sono sempre indicate come mesocicli (all’interno quindi del macrociclo generale), mentre per il “ciclo introduttivo” si parla di micro, nonostante si esplichi in due settimane replicanti e pertanto ciascuna già definibile propriamente un micro, quasi che inizialmente tale micro potesse non esser neppure previsto o magari la sua consistenza equivalente in realtà ad un solo microciclo settimanale.

    Sul ciclo base, forse l’unico effettivamente identificabile con Smolov, non mi soffermo ulteriormente poiché le percentuali di lavoro, pur con tutti i distinguo operabili in proposito e che ho illustrato nel topic specifico, sono presenti ed invariate in quasi tutte le versioni e per questa ragione le ho - come appena ricordato - già illustrate nella prima parte di questo lavoro.
    Anche in detto caso le necessità contingenti e le diverse logiche tecniche hanno portato all’elaborazione di un cosiddetto “Smolov junior” (traducibile come “Smolov giovane”, probabilmente perché differente dallo schema dell’autore), che cercava di rendere più accessibile il piano metodologico ad atleti i cui obiettivi non rientrassero nelle alzate olimpiche e per i quali, dunque, quelle percentuali di carico non erano comparabili o si rivelavano poco fruttuose anche in relazione al diverso livello e curriculum dei soggetti che si trovavano ad impiegarle.
    Per cui, oltre alla soluzione che prevedeva di spalmare i workouts da 4 a 3 e fino a 2xweek, con corrispettivo aumento delle settimane da 3 a 4 e fino a 6, di pari passo si diffondeva la concreta alternativa di reps e carichi tipica di questo Smolov più recente, che raccoglieva favori anche su specialità diverse dallo squat, come la bench press dove abbiamo la cosiddetta versione Gallagher.
    Riporto sotto un esempio divenuto classico:

    1^ w. )
    A - 6x6x70%
    B - 7x5x75%
    C - 8x4x80%
    D - 10x3x85%

    2^ w.)
    A - 6x6x70% + n
    B - 7x5x75% + n
    C - 8x4x80% + n
    D - 10x3x85% + n

    3^ w)
    A - 6x6x70 + n + n
    B – 7x5x75% + n + n
    C – 8x4x80% + v + n
    D – 10x3x85% + n + n

    Durante il ciclo base, Smolov consigliava lo svolgimento costante di esercitazioni complementari esplosive, quali vari tipi di jumps, tra cui balzi tra i plinti o gli ostacoli; il fine era evidentemente quello di non imballare ulteriormente gli arti inferiori con altri complementari incentrati sulla forza e sul potenziamento muscolare puro.
    Talvolta si legge persino della eventualità di inserire lo squat concentrico o quello in eccentrica, ma pure in questo caso è abbastanza complicato stabilire da chi provenga il suggerimento.
    A differenza del ciclo introduttivo, le percentuali sopra descritte (quelle dello Smolov, non tanto dello Smolov jr.) andrebbero calcolate sulla base del max corrente, sempre raw, poiché nel frattempo l’atleta avrebbe raggiunto un certo grado di adeguato condizionamento.
    Eppure, tra le possibilità che si leggono in web, vi è appunto quella di effettuare il test intermedio - conclusivo del ciclo in esame e previsto durante la sesta settimana - in modalità equipped, qualora non si tema di accusare in maniera eccessiva la differenza tra i precedenti allenamenti svolti ungeared; di fatto, anche questo aspetto sembrerebbe sottolineare le mutate esigenze nel tempo e i diversi destinatari del programma.

    Dopo il ciclo base seguirebbero le 2 settimane di cosiddetto “switching”, una sorta di periodo transitorio fondato sullo scarico attivo nell'alzata base e su di un richiamo dei lavori ausiliari, sul quale ne lo Smolov tradizionale e ne le pubblicazioni dei suoi molteplici epigoni si sono mai dilungati troppo e con dettagli accurati.
    Si parla di eseguire, all'interno del meso in parola, uno squat ecentrico leggero (1x10) e di focalizzarsi su di un gran volume nelle esercitazioni specifiche (box squat in 12x2 e power clean in 8x3) ma tutto andrebbe contestualizzato alle esigenze per le quali il programma di squat routine è stato varato e sempre che sia stata mantenuta la destinazione originaria riservata, appunto, all'alzata di squat.

    Si giunge così all’altro famigerato mesociclo, quello di intensificazione, quasi certamente non presente nel primo Smolov che era nato con finalità off season e presumibilmente aggiunto dopo per completare la pianificazione con un periodo di peak, che rendesse in tal modo il sistema fruibile ad una platea molto più vasta di discipline e di specialisti.
    L’inserimento di detto ciclo si deve al trainer moscovita di sollevamento olimpico e di powerlifting I.M.Feduleyev, responsabile di varie Selezioni Nazionali russe, che in tale plurima veste lo avrebbe appunto escogitato per plasmarlo ed adattarlo su atleti di differenti specialità.
    La questione ha generato una certa confusione poiché, in taluni ambiti, questo ciclo viene ormai considerato come parte integrante del macrociclo di Smolov come se fosse stato previsto ab origine, mentre in altri contesti lo si cita come un programma a se stante, persino a prescindere dai mesocicli preparatori annessi e quasi fosse pertanto da considerare un meso di picco estrapolato da un contesto pre determinato.
    Ecco il programma di Feduleyev:

    1^ w. (9° di Smolov)
    a) 1x3x65% - 1x4x75% - 3x4x85% - 1x5x85%
    b) 1x3x60% - 1x3x70% - 1x4x80% - 1x3x90% - 2x5x85%
    c) 1x4x65% - 1x4x70% - 5x4x80%

    2^ w. (10° di Smolov)
    a) 1x4x60% - 1x4x70% - 1x4x80% - 1x3x90% - 2x4x90%
    b) 1x3x65% - 1x3x75% - 1x3x85% - 3x3x90% - 1x3x95%
    c) 1x3x65% - 1x3x75% - 1x4x85% - 4x5x90%

    3^ w. (11° di Smolov)
    a) 1x3x60% - 1x3x70% - 1x3x80% - 5x5x90%
    b) 1x3x60% - 1x3x70% - 1x3x80% - 2x3x95%
    c) 1x3x65% - 1x3x75% - 1x3x85% - 4x3x95%

    4^ w. (12° di Smolov)
    a) 1x3x70% - 1x4x80% - 5x5x90%
    b) 1x3x70% - 1x3x80% - 4x3x95%
    c) 1x3x75% - 1x4x90% - 3x4x95%

    La frequenza dello squat (o dell’alzata principale) si va comprensibilmente a ridurre da 4 a 3xweek, trattandosi di un periodo di elevata intensità.
    Il programma prevede 4 o 5 serie effettivamente clou, che seguono ad un paio di serie che potremmo definire di attivazione (normalmente il warm up vero e proprio si calcola individualmente ma non si menziona).
    Le percentuali di lavoro salgono vertiginosamente rispetto alle fasi precedenti ed appaiono non praticabili per un atleta avanzato, dal momento che è irragionevole ritenere che uno specialista possa, in poche settimane, affrontare con successo 5 serie da 5 reps con il 90% del proprio PR o 4x3x95%.
    A questo punto però rimando a tutte le considerazioni già svolte nella precedente parte in cui ho trattato lo Smolov (considerazioni del resto valide anche per il ciclo di Medvedev o “ciclo russo” che dir si voglia) in merito, da un lato, alla differente tipologia di atleti chiamata ad affrontare un simile programma (ad esempio, lo specialista di un’alzata che prova a migliorare i propri standard su di un’altra specialità), dall'altro alle ben conosciute condizioni storiche e statali su cui non indulgo oltre, inoltre al riferimento di partenza non necessariamente estratto dall' 1RM della stessa lift su cui ci si esperimenta ma – in alcuni casi – su di un movimento parziale del gesto atletico attinente.
    Da ultimo rimarcherei l’indicazione che ci fornisce lo stesso Feduleyev o chi relaziona per lui (guarda caso proprio come avviene per Smolov) e che forse dobbiamo considerare nel frangente la più importante: calcolare cioè le percentuali sulla scorta del test effettuato al termine del ciclo base, presumibilmente raw ed eventualmente ricomputarlo per adeguarlo, magari con ritocchi in eccesso, per le 4 settimane del mesociclo da portare avanti in assetto di gara e dunque – perlomeno con riferimento al Pl, cui pure il programma di intensità è in questo caso rivolto – in modalità equipped, per tutti coloro che si possano considerare powerlifters di elite.
    Ne deriva altresì che per i WL rimarranno valide le sottolineature già evidenziate per il primo approccio dello Smolov.
    Si viene così a verificare una situazione perlopiù analoga – benché ad elementi invertiti - a quella prevista nella stesura del “Korte 3x3”, ove le varie percentuali di carichi al 58/64% della fase di volume si intendono calcolate sul max geared ma da svolgere viceversa raw.

    [segue]
    Ultima modifica di Tonymusante; 22-01-2013 alle 03:34 PM
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  6. #81
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    - [segue dal post precedente]


    Tra le spiegazioni ed i suggerimenti che investono le singole unità di allenamento, il tipo di sessione e la successione dei carichi, leggiamo spesso particolari su cui ci sembra di poter francamente sorvolare, perché da lasciare all’autonomia ed all’intelligenza dei tecnici: cito l’adattamento dei giorni di riposo e la consecutività delle sedute sulla scorta della vita sociale dell’atleta, dei suoi impegni e degli eventuali infortuni, le preferenze psicologiche, i consigli per il warm up e le terapie di recupero, le attività sportive parallele e d’appoggio, ecc.
    Riguardo invece alla 13^ settimana di questo piano di lavoro Smolov - che in sintesi potremmo affermare somigli ad un complesso collage di finalità, un puzzle di realtà locali ed epocali e ad un involontario consulto di coach variamente orientati – rimane da descrivere le tappe di avvicinamento alla gara tramite l'ultimo microciclo, quello pre competitivo.
    Di seguito un modello largamente in uso:

    1° day (ipoteticamente lunedì): 1x3x70% - 1x3x80% - 2x5x90% - 3x4x95%,

    2° day: riposo,

    3° day: 1x4x75% - 4x4x85%,

    4°/5°6° day: riposo

    Competition Day.


    Dirvi ora a chi attribuire questo spartano tassello di microciclo finale, se a Smolov, Medvedev, Feduleyev o altri ancora….mi risulterebbe francamente troppo complicato.
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  7. #82
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    Coan Deadlift Routine



    Tra le tante routines specialistiche mi sembra giusto dedicare uno spazio a questo sistema di allenamento originariamente progettato per lo stacco da terra dal campione del mondo di powerlifting Ed Coan, con scelta in linea con quella già effettuata a proposito dello Smolov squat routine.

    I criteri per i quali tratto alcune metodologie piuttosto che altre sono – lo ammetto – piuttosto soggettivi e tuttavia tengono conto delle esperienze personali vissute come atleta e come coach, poiché ritengo che solo in tal modo può essere trasmesso quel “quid” di informazione in più, altrimenti risolvibile in un mero download dal web senza alcuna aggiunta di ricerca e verifica pratica.

    Ora, il sistema in questione apparirà di stringatezza e protocollo quasi elementari eppure mi piace proporvelo e discuterne perché vi confesso che, almeno per quanto mi riguarda, si è dimostrato nel tempo di notevole efficacia, soprattutto in considerazione dei mezzi scarni richiesti nonché dell’impegno e frequenza necessari.

    La struttura base è articolata su di un solo allenamento settimanale per la durata di 10 o 11 settimane; non sono richiesti supporti particolari in termine di attrezzatura o materiali e proprio queste premesse lo rendono ideale per l’allenamento della specialità di stacco da terra rivolto sia ad agonisti beginners (però non neofiti assoluti) come ad atleti avanzati.
    Data la particolarità dell’alzata alleno spesso il deadlift in mono sessione settimanale, preferendo dedicare qualche seduta in più a squat e bench in un planning da 3xweek, che ritengo ottimo fino ad atleti di caratura internazionale in uno sport dove non sussiste il professionismo e l’allenamento deve giustamente convivere con una molteplicità di fattori, quali: lavoro, famiglia e/o amicizie, interessi ed hobbies, importanza del recupero “naturale”; il tutto beninteso in un programma intenso e continuo nel contempo.
    Infatti, mentre lo squat e la bench richiedono comunque un’applicazione tecnica frequente, lo stacco si avvale dell’ausilio delle altre esercitazioni e, d’altronde, necessita di un consistente recupero sistemico non tanto per smaltire le tossine della fatica, quanto perché si evidenzi in pedana la qualità dei risultati.
    Questo probabilmente spiega il perché sia possibile ottenere titoli e record italiani oltre a risultati internazionali di prestigio allenando a lungo il deadlift in 1xweek, laddove analogo orientamento comporterebbe uno stallo ed un decremento nelle altre due lifts.
    Allo stesso tempo e per tali motivi, c’è da rilevare che l’impiego del Coan routine per bench press e squat richiederebbe sessioni d’appoggio non stilate precipuamente ab origine nel progetto di cui trattasi e che dunque verrebbero a costituire un sistema del tutto diverso e nuovo, non assimilabile a questo che ci accingiamo a descrivere e pertanto denominabile più opportunamente in modo diverso.


    All’inizio del programma Coan raccomanda di scegliere un obiettivo concreto e realistico, quale potrebbe ad esempio essere il miglioramento di un 5% sul precedente PR.
    Da detto obiettivo possono esser calcolate le percentuali su cui impostare l’intero lavoro. Una delle versioni più diffuse del suo programma prevede:

    1°) warm up fino a 1x2x75% + 8x3x60%
    2°) 1x2x80% + 8x3x65%
    3°) 1x2x85% + 6x3x70%
    4°) 1x2x90% + 6x3x75%

    5°) 3x3x80% + 3x3x65%
    6°) 1x2x85% + 4x3x70%
    7°) 1x2x90% + 4x3x75%
    8°) 1x2x95% + 4x3x75%

    9°) 1x2x97.5% opp. 2x1x100% + 4x3x70%
    10°) 2x1x n + 3x3x65-70%
    11°) 2-3x3x65-70%
    Gara

    Dal momento che è sempre complicato decifrare i reali intendimenti dell’autore, quali e quante possano essere le serie di warm up previste, come collocare il workout e - particolare non da poco conto - chi siano gli atleti reali fruitori del sistema, opero spesso dei correttivi al brogliaccio iniziale ed adatto lo sviluppo alle caratteristiche ed al livello dell’atleta cui mi rivolgo.

    Una dei miei impianti base per la routine di stacco è il seguente:

    1°) warm up e attivazione a salire in 3x2 fino al 75% + 8x3x60% ca.,
    2°) attivazione in 3x2 fino all’ultimo set con 80% + 7x3x65%,
    3°) idem in 3x2 fino a 85% + 6x3x70%,
    4°) idem in 3x2 fino a 90% + 5x3x75%,
    5°) 3x3x80% + 6x3x65%,
    6°) attivazione in 3x2 fino all’85% + 5x3x70%,
    7°) idem in 3x2 fino al 90% + 5x3x75%,
    8°) idem in 3x1 fino al 95% + 5x3x75%,
    9°) idem in 2x1x 95-97% + 5x3x70%,
    10°) 2x1x90-95% + 4x3x70%,
    11°) 4x3x70%,
    Gara.

    Inutile precisare che la durata del programma potrebbe essere lievemente compressa o dilatata secondo le necessità di calendario, per cui le 11 o 12 settimane sono puramente esemplificative.
    Il tempo di recupero tra le serie è ampio: non inferiore ai 3’ nei sets di volume, può tranquillamente raggiungere i 4’/5’ abbondanti tra le serie di maggiore intensità.
    Il lavoro equipped può essere introdotto in un qualunque momento, ovviamente avendo cura di adeguarvi opportunamente le percentuali.
    Ove se ne ravvisi la necessità, possono essere collocati i lavori tecnici di stacco: deficit, alle ginocchia, pin pull basso o alto trasformando in tal senso lo svolgimento di parte delle serie triple di volume suesposte.

    Come esercitazioni ausiliarie, perlopiù in giorni diversi da quello in cui è effettuato il deadlift propriamente detto, è utile inserire il rematore al bilanciere, alla T bar o con manubrio, le trazioni alla sbarra, le shrugs con bilanciere avanti o dietro, il leg curl.
    Per quanto concerne lo squat, la mia cadenza settimanale preferita per agonisti di medio/buono/ottimo livello (tranne situazioni sporadiche ) è:
    Squat – Stacco – Squat.

    Con atleti giovani o con neofiti del Pl, che siano già provvisti di una certa preparazione nelle specialità di bench press e squat ma a digiuno di stacco - perlomeno per quello che riguarda lo stacco da terra agonistico, senz’altro meno diffuso di squat e panca tra i praticanti delle discipline atletiche e delle specialità esterne al powerlifting – sono solito, dopo aver insegnato i primi rudimenti del gesto motorio, far precedere il programma di cui sopra da un breve periodo di avvicinamento progressivo.
    Dopo un primo mini test atto a farsi un’idea generale, pianifico 6 settimane in mono sessione, come segue:
    1°) 5x5x70%,
    2°) 6x4x75-80%,
    3°) 7x3x85%,
    4°) 6x4x>80%,
    5°) 6x3x>85%,
    6°) 5x2x90% ed oltre.

    Al termine svolgo un nuovo test più probante di quello iniziale a cui, solitamente, segue il Coan Deadlift Routine già illustrato.
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

  8. #83
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    sarebbe interessante leggere qualcosa anche sul metodo bulgaro!
    non quello del contrasto già descritto, ma quello tipico della pesistica olimpica dove (a quanto mi risulta perlomeno) non c'è programmazione, ma ci si allena tutti i giorni e ogni seduta costituisce una seduta di allenamento completa, con un test giornaliero del massimale di squat e alzate olimpiche fino al fallimento.

    rispetto agli altri metodi gia detti, questo è molto intuitivo, nel senso che non si basa su una programmazione, eppure gli atleti che l'hanno adottata hanno comunque ottenuto buoni risultati!
    oppure c'è qualcosa sotto che noi (o meglio, io) non vediamo?

  9. #84
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    Citazione Originariamente Scritto da pironman Visualizza Messaggio
    sarebbe interessante leggere qualcosa anche sul metodo bulgaro!
    non quello del contrasto già descritto, ma quello tipico della pesistica olimpica dove (a quanto mi risulta perlomeno) non c'è programmazione, ma ci si allena tutti i giorni e ogni seduta costituisce una seduta di allenamento completa, con un test giornaliero del massimale di squat e alzate olimpiche fino al fallimento.

    rispetto agli altri metodi gia detti, questo è molto intuitivo, nel senso che non si basa su una programmazione, eppure gli atleti che l'hanno adottata hanno comunque ottenuto buoni risultati!
    oppure c'è qualcosa sotto che noi (o meglio, io) non vediamo?


    Intanto scusami per l'enorme, incommensurabile ritardo con cui presto attenzione alla tua richiesta ma altri threads mi avevano distolto da questa ormai voluminosa Rassegna.

    Se ti riferisci al metodo bulgaro codificato da Abadjiev, esteso in seguito pure a specialità estranee alla pesistica olimpica, proprio su questo forum è stato già scritto un articolo interessante e piuttosto esauriente da parte di Leviatano.
    Ritengo quindi superfluo da parte mia duplicare l'argomento e - come già fatto con il metodo "ladder" illustrato da Somoja e con il "5/3/1" di Wendler su cui è intervenuto Ungeheuer - preferisco riportare all'interno di questa raccolta metodologica proprio quel brano, che non essendo in evidenza è stato poi forse un po' ingiustamente ingoiato dai post successivi, così da approfittare per dargli il risalto che in effetti merita ed utilizzare, nel contempo, per la narrazione uno stile discorsivo diverso da quello del sottoscritto, cui vi sarete ormai monotonamente assuefatti.
    Buona lettura.

    https://www.bbhomepage.com/forum/str...a-bulgaro.html


    Riguardo poi alla parte finale della tua domanda, beh, che dirti se non quanto già osservato a proposito di altri metodi nella loro stesura originale, come tramandata fino a noi?
    Mi sembra abbastanza scontato congetturare che ben difficilmente un sistema di allenamento del genere sia stato progettato per atleti non "supportati" in scuole di atletismo che, a differenza di quelle più modeste come la nostra, avevano grossi interessi e coinvolgimenti nel successo in alcune discipline dovuto a motivazioni sociali, storiche e culturali tipiche di quelle epoche, come in parte di quelle attuali.
    Ecco perchè ogni discorso concettuale va contestualizzato ed analizzato in tutti i suoi aspetti.
    Ciò non toglie che, sapendo cogliere il lato fruttuoso e positivo della ricerca, da ogni metodologia che sia stata messa in opera con risultati positivi concreti e ripetuti possiamo trarre insegnamenti, che poi ciascuno di noi deve esaminare con sano realismo e saper eventualmente applicare con altrettanto discernimento.

    Personalmente non ho mai posto in essere tale metodo con i miei atleti, tuttavia sono altresì convinto che qualunque sistema abbia costituito una tappa importante nella storia dell'allenamento merita di essere studiato, a maggior ragione se, nel nostro piccolo, possiamo farlo grazie al contributo modesto ma generoso ed esauriente di uno scrittore appassionato che ha proficuamente collaborato su questa board virtuale.
    Ultima modifica di Tonymusante; 06-06-2014 alle 05:40 PM
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

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